Descrizione
Lampadario lavorato a mano da maestri muranesi, che riscopre la storia delle tradizioni veneziane dell’arte del vetro con la precisione e l’attenzione al dettaglio che ci contraddistingue.
Ogni articolo è spedito con pezzi di ricambio inclusi e istruzioni di montaggio per un assemblaggio semplice e veloce.
Ogni fase della lavorazione è artigianale, ciascun pezzo può differire per decoro rispetto alla foto in quanto ogni oggetto è Unico.
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Chiesa di San Gregorio (Venezia)
La ex chiesa di San Gregorio è un edificio religioso sconsacrato di Venezia, situato nel sestiere di Dorsoduro.
Eretta, sembra, agli inizi del IX secolo, nel 989 fu sottoposta ai benedettini dell’abbazia di Sant’Ilario. A causa della decadenza di quest’ultima, negli anni successivi si assistette a un progressivo trasferimento dei monaci verso San Gregorio che culminò nel 1214, quando divenne sede principale della comunità.
Al contempo la chiesa esercitava funzioni di pieve, attestate in un documento del 1164, con sacerdoti nominati dai monaci.
Era in origine affiliata alla chiesa di Santa Maria Zobenigo sicché il pievano aveva l’obbligo di recarsi nella matrice il sabato santo per assistere alla benedizione del fonte battesimale, ricevendone l’acqua santa.
Ridotta a commenda nel 1450, l’abbazia attraversò un lungo periodo di decadenza sia economica che spirituale che terminò con la soppressione del monastero nel 1775. La chiesa mantenne per breve tempo il ruolo di parrocchiale, ma venne chiusa al culto nel 1808 sotto Napoleone e la sua giurisdizione passò a Santa Maria del Rosario (vulgo Gesuati).
Mentre gli stabili del monastero venivano adibiti ad abitazioni, la chiesa venne occupata da un’officina della Zecca per la raffineria dell’oro. Dopo il restauro degli anni 1959–60 fu adibita a laboratorio di restauro della Soprintendenza per i beni artistici e storici di Venezia. Oggi risulta da tempo in disuso.
La facciata a capanna è tripartita da quattro lesene. Al centro si trovano il portale, racchiuso da un’elegante cornice a rosette, e, appena sopra, il grande rosone. Il pieno dei mattoni a vista è alleggerito da due bifore sovrapposte per lato.
All’interno, a navata unica, resistono ancora resti di affreschi. Interessanti le tre absidi con i soffitti a capriate.