Descrizione
Lampadario lavorato a mano da maestri muranesi, che riscopre l’intera storia e le tradizioni veneziane dell’arte del vetro con la precisione al dettaglio che ci contraddistingue.
Ogni fase della lavorazione è artigianale e l’articolo ordinato verrà eseguito espressamente per la Vostra casa.
Provvisto di Certificato di Garanzia e autenticità Belvetro Murano.
Ogni articolo è spedito con pezzi di ricambio inclusi e istruzioni di montaggio per un assemblaggio semplice e veloce.
La consegna avviene in 30-40 giorni con corriere espresso assicurato al 100%.
Desideri avere maggiori informazioni? Non esitare a contattarci, saremo felici di aiutarti nella scelta del tuo lampadario di Murano, un valore che dura nel tempo.
Giambattista Basile
Giovan Baptista Biasi Basile, meglio conosciuto come Giambattista Basile, firmatosi anche con lo pseudonimo anagrammatico di Gian Alesio Abbattutis (Napoli, 4 febbraio 1583 – Giugliano in Campania, 23 febbraio 1632) è stato un letterato, scrittore e funzionario pubblico italiano di epoca barocca, primo a utilizzare la fiaba come forma di espressione popolare.
Dei suoi primi anni di vita non si hanno notizie; raggiunta la giovinezza, si spostò dal suo paese natale e vagò per l’Italia un numero imprecisato di anni. Si arruolò come soldato mercenario al servizio della Repubblica di Venezia, spostandosi tra Venezia e Candia (l’odierna Creta). In questo periodo, l’ambiente della colonia veneta dell’isola gli permise di frequentare una società letteraria, l’Accademia degli Stravaganti, fondata da Andrea Cornaro.
I primi documenti della sua produzione letteraria risalgono al 1604, anno in cui scrisse alcune lettere, come prefazione alla Vaiasseide, all’amico e letterato napoletano Giulio Cesare Cortese. L’anno seguente venne messa in musica la sua villanella Smorza crudel amore. Rientrato a Napoli nel 1608, pubblica il poemetto Il pianto della Vergine. Nel 1611 prese servizio alla corte di Luigi Carafa, principe di Stigliano, al quale dedicò un testo teatrale, Le avventurose disavventure.
In seguito, seguì la sorella Adriana, celebre cantante dell’epoca, alla corte di Vincenzo Gonzaga a Mantova, entrando a far parte dell’Accademia degli Oziosi. Inoltre curò la prima edizione delle rime di Galeazzo di Tarsia. Nella città lombarda fece stampare madrigali dedicati alla sorella, odi, le Egloghe amorose e lugubri, la seconda edizione riveduta e ampliata de Il pianto della Vergine e il dramma in cinque atti La Venere addolorata.
Tornato a Napoli, fu governatore di vari feudi per conto di alcuni signori meridionali, tra cui Avellino, Montemarano e Lagolibero.
Nel 1618 uscì L’Aretusa, un idillio dedicato al principe Marino II Caracciolo di Avellino e l’anno seguente un testo teatrale in cinque atti Il guerriero amante.
La sorella Adriana divenne una celebre cantante che raggiunse il primato del canto nella penisola, ai tempi in cui si impose la figura della virtuosa. Adriana era nota come “la sirena di Posillipo” e fu amante di re e vari uomini di potere. Fu grazie ai suoi buoni uffici che il fratello ottenne un’importante carica politica da parte del viceré spagnolo.
Giambattista Basile morì a Giugliano in Campania il 23 febbraio 1632, dopo aver compiuto 49 anni e venne sepolto nella chiesa di Santa Sofia.
Le sue principali opere uscirono postume: Le Muse napolitane, nel 1635, ed il capolavoro Lo cunto de li cunti, negli anni 1634-1636, entrambe sotto lo pseudonimo di Gian Alesio Abbattutis.